Quanto consuma un caminetto a bioetanolo?

Cos’è il bioetanolo

La tecnologia del riscaldamento, negli ultimi anni, sta progressivamente abbandonando i combustibili a elevato impatto ambientale, quelli di origine fossile e da fonti non rinnovabili. Il bioetanolo rappresenta una delle soluzioni più interessanti per l’alimentazione dei bruciatori.

Vediamo quindi di capire cos’è il bioetanolo e come si usa. Come dice il nome stesso, si tratta di etanolo, una molecola simile all’alcol alimentare, che viene prodotta dalla fermentazione degli scarti di produzione della canna da zucchero e di altri vegetali, anche se, visto che il settore è in costante crescita, sempre più coltivazioni sono dedicate esclusivamente alla produzione di questo combustibile, che è di origine completamente biologica e a parte un’operazione di raffinazione, viene prodotto esclusivamente con un processo enzimatico, che coinvolge batteri selezionati a bassissimo impatto ambientale.

Per questo il bioetanolo risulta non solo piuttosto economico, visto che il costo di una tanica si aggira intorno ai 3.3 – 3.45 €/L, ma anche facile da produrre senza un impatto apprezzabile su coltivazioni già esistenti.

Questo perché per gli agricoltori, interessati a nuovi guadagni, è sufficiente cambiare tipo di piante per poter entrare in questo settore. Il vantaggio rispetto ad altri combustibili di origine vegetale, sta nel fatto che il ciclo di produzione del bioetanolo è molto breve, perché la canna da zucchero cresce rapidamente.

I suoi residui possono essere poi utilizzati in parte per l’alimentazione animale e in parte come fonte di concime organico, rendendo così sostenibile il ciclo di produzione. Il potere calorico del bioetanolo è molto elevato e consente di ottenere una resa notevole, con biocaminetti che con 3000 W di potenza termica, riescono a riscaldare l’ambiente per più di 5 ore, con meno di 2 litri di combustibile.

I camini a bioetanolo, devono essere realizzati seguendo principi che siano adatti alla gestione della combustione di questo composto organico. Non è infatti possibile caricare una vecchia stufa a gasolio utilizzando il bioetanolo, perché nella migliore delle ipotesi non si accende neanche, mentre nella peggiore potrebbe esplodere.

I dispositivi dedicati al bioetanolo però sono perfettamente sicuri, perché sfruttando la capillarità e le proprietà tipiche di questo combustibile, fanno bruciare solo il minimo indispensabile, attraverso uno stoppino in filo di vetro oppure, ancora più sicuro, con una pietra refrattaria impregnata di liquido, con un meccanismo di anti ritorno di fiamma, che rende nullo ogni pericolo di incendio.

La molecola di etanolo, durante la combustione, non produce gas velenosi e residui complessi come idrocarburi secondari, a parte l’anidride carbonica, come una normale persona che respira nell’ambiente.

Un caminetto a bioetanolo non produce odori, perché il residuo non puro è praticamente nullo e in sostanza, se si fa l’eccezione della fase di accensione e quella di spegnimento, l’aria resta pura e perfettamente respirabile.

Solo quando si accende e si chiude il bruciatore a fine utilizzo, ci può essere una leggera emissione di evaporazione, che fortunatamente ha un buon odore di mandorle tostate, legato alla componente solida e zuccherina, ma si tratta solo di tracce.

Quanto costa scaldare usando un caminetto a bioetanolo

Come in ogni tipologia di riscaldamento, i caminetti a bioetanolo hanno un costo di gestione che è legato all’uso che se ne fa, perché molto spesso vengono impiegati per riscaldare ambienti ben coibentati e di dimensioni non molto grandi, permettendo di tenere la fiamma bassa e allungare di non poco la durata di una carica.

Per motivi di sicurezza e di praticità i serbatoi dei caminetti a bioetanolo si aggirano tra i 1.5 L e i 2.5 L, anche se ne possono esistere di più piccoli e più grandi in base ai modelli delle stufe, impiegati per riscaldare ambienti di grandi dimensioni.

Le taniche di bioetanolo, disponibili con volumi che vanno da comode bottiglie da 1 L fino ai 5 L  sono disponibili in vari punti vendita, che vanno da quelli specializzati in combustibili fino ai supermercati, i grandi magazzini del fai da te e i negozi di agraria e ferramenta.

Al litro, il bioetanolo ha un costo piuttosto variabile, legato a tanti fattori, come per esempio la purezza, che si traduce in basso residuo di acqua e una fiamma più vivace e stabile, formato della tanica, dove ovviamente le dimensioni maggiori corrispondono a un più elevato risparmio e infine politica del punto vendita.

In generale, ci si può aspettare un costo di circa 3.3 – 3.45 €/L nella maggior parte dei casi. In realtà, però la parte più influente dal punto di vista del costo è la resa del camino a bioetanolo, che abbiamo a nostra disposizione. Questa è legata alla quantità di fiamma, che si intende utilizzare e al volume dello spazio da riscaldare, oltre all’eventuale presenza di coibentazione.

Con un camino a bioetanolo di alta qualità, che dichiara una potenza massima di 3000 W, ci si può aspettare di avere più di 5 ore di calore, con un serbatoio da 2-2,5 L.  Un biocaminetto scalda in maniera discontinua:  significa che il suo corretto utilizzo consiste nel godere della bellezza della fiamma, e allo stesso tempo aumentare significativamente la temperatura del locale.  E’ infatti un ineguagliabile elemento decorativo. 

Un camino commerciale a bioetanolo è efficiente fino a 80 mc di stanza da riscaldare, per un salotto va benissimo e tenerlo acceso consente di rendere molto gradevole la temperatura e piacevole l’ambiente anche dal punto di vista scenico.

I NOSTRI CAMINI A BIOETANOLO

Per approfondire leggi pure: come funziona il caminetto a bioetanolo

I commenti sono chiusi.